ARSENALIA, UN GIOCO URBANO E UN RACCONTO DELL'ARSENALE VISTO DAGLI OCCHI DI UN'IMPIRARESSA

"Io sono l'impiraressa, mamma, figlia, moglie di un arsenalotto"

Con questa frase comincia il gioco urbano Arsenalia ed è da questa affermazione che si dipana la caccia al tesoro dell'Arsenale, una caccia alle perle di un luogo ancora cinto da mura come otto secoli fa.

Arsenalia è un gioco da tavolo, ed è in procinto di diventare anche un gioco digitale.

Uno dei personaggi chiave del gioco è l'impiraressa: l'infilatrice di perline di vetro, una presenza costante nel sestiere di Castello e non solo.

Quale migliore guida poteva essere pensata per la scoperta e riscoperta di un luogo ancora così misterioso?

Dopo più di un anno di stesure, correzioni e prove ecco che il primo giugno scorso si è svolto, nei giorni del SaloneNautico il gioco che l'associazione veneziana VentidiCultura

con il coordinamento eccellente del suo fondatore Francesco Calzolaio, ha voluto organizzare in collaborazione con il Comitato per la Salvaguardia dell'Arte delle Perle di Vetro Veneziane.

L'evento ludico-culturale, scritto e condotto da Marisa Convento è un ideale viaggio nel tempo attraverso le diverse epoche che hanno condotto l'Arsenale fino ai nostri giorni.

Il gioco, è un work in progress che rientra nel quadro del progetto europeo I_improve che promuove una partnership di associazioni dedicata a dare nuovo impulso al patrimonio culturale di waterfront urbani.

In parole semplici, da Impiraresse, è divertimento e scoperta e rende onore a tanta vera vita veneziana, si condividono con i giocatori le passioni e i valori identitari di un luogo ora fisicamente diviso ma ancora unito nell'immaginario collettivo.


Si ringraziano per la collaborazione, la partecipazione e l'interesse dimostrati:

Comune di Venezia-Vela

Marina Militare

La Biennale di Venezia

Associazione Venti di Cultura


Marisa Convento e Francesco Calzolaio durante lo svolgimento del gioco urbano, edizione durante il Salone Nautico, 1 giugno 2021

Alla ricerca delle perline perdute dall'Impiraressa




impiraresse di fine Ottocento a San Pietro di Castello, archivio Filippi