LIBRI

IL GIARDINO DELLE PERLE, una storia veneziana


Marisa Convento, vicepresidente CPVV, con alcune delle perle di vetro ritrovate da Maria Clemente Zaghini detta "Pupa"

Sabato 14 maggio 2022, dalle ore 10:00, presso il laboratorio S.U.V di Salvatore e Antonella Sito, sede del nostro Comitato, si è tenuta la presentazione del libro "Il Giardino delle Perle, una storia veneziana". (ed Società di Mutuo Soccorso E. De Martino)

Il libro racconta l'affascinante avventura di Maria Clemente Zaghini che, durante dei lavori nel suo giardino veneziano a Cannaregio, ritrova prima una e poi un intero tesoretto di vecchie perle di vetro.

Mano a mano che affiorano le perle dal giardino aumenta anche la curiosità di conoscerne la storia e insieme all'amica Serena Rabitti co-autrice, inizia un lungo percorso di ricerca sia in archivio che di raccolta di testimonianze di cittadini, artigiani, collezionisti e storici.

Insieme alle perle emergono dal territorio le radici un un mestiere estremamente diffuso nel sestiere di Cannaregio: l'Arte delle Perle di Vetro, tramandato per generazioni fino ai nostri giorni, nel quale tutta la comunità veneziana si identifica.

Alla presentazione, introdotta dal Prof. Giovanni Sarpellon, è seguita una visita guidata allo storico laboratorio S.U.V che ci ha ospitato ed è sede del Comitato fin dai suoi albori prima del 2013, dove tra perle di vetro, strumenti di lavoro, documenti e campionari si è portuto assistere ad una dimostrazione del lavoro.


da destra: il Prof. Giovanni Sarpellon, Serena Rabitti, Maria Clemente Zaghini, Salvatore Sito, titolare laboratorio S.U.V e Manuela Rizzotto, maestra perlera

L'incontro, partendo dalla presentazione del libro, che ha coinvolto vari rappresentanti del mondo delle perle di vetro veneziane anche operanti all'estero, ha dato spunto a varie riflessioni sul passato di quest'arte a Venezia e inevitabilmente lancia uno sguardo sulla situazione attuale dei mestieri delle perle di vetro.

Partendo dal grande valore della minuziosa ricerca condotta dalle autrici, che nelle parole del Prof. Giovanni Sarpellon, ha dell'incredibile a partire dal fortuito ritrovamento delle perle fino alla volontà dell'editore, la Società di Mutuo Soccorso Enrico de Martino, di pubblicare il minuzioso studio delle autrici.

Lo sguardo sullo "stato dell'Arte delle Perle di Vetro" oggi a Venezia ha fatto riflettere la co-autrice Serena Rabitti, sulle complesse problematiche del mercato odierno rispetto alle capacità imprenditoriali richieste per superarli a chi pratica i mestieri delle perle di vetro,

La provocazione lanciata ha trovato risposta tra i relatori e il pubblico intervenuto nel ribadire l'importanza di rinforzare l'immagine del valore immateriale dell'Arte, ma anche nel congiunto impegno nel territorio e in ambito nazionale. Un grande lavoro di valorizzazione che riesca a far emergere le capacità artistiche dei nostri detentori aldilà delle sirene ammalianti del mercato internazionale che arriva a massificare sopratutto una città a vocazione altamente turistica come Venezia.

Salvatore Sito, nostro ospite, ha chiesto ai presenti, quali fossero oggi le qualità indispensabili per un bravo "Perler" o "Perlera". A questa domanda ha risposto Alessia Fuga, Perlera artista del vetro a lume, dicendo che chi pratica questo mestiere oggi, avendo bene in mente la volontà di portare avanti un progetto creativo legato più alla qualità tecnica che alla quantità produttiva, lo fa ben consapevole delle sfide del mercato, e si auspica "farà da ponte per la trasmissione dell'Arte alle prossime generazioni, quando magari anche le condizioni del mercato globale saranno più favorevoli e sensibili ai valori trasmessi insieme all'oggetto prodotto.


Salvatore Sito e Luna Darin, perlera

una selezione di perle ritrovate nel giardino veneziano di Maria Clemente Zaghini

Ampio spazio è stato dato, durante la presentazione, alla descrizione del contestosociale e urbano, da metà dell'Ottocento ad oggi, nel "quartiere" circostante il luogo del ritrovamento delle perle di vetro nel giardino di Maria Clemente Zaghini.

Grande era la presenza di laboratori o singoli artigiani, magazzini per la fornitura di materiali, e per la raccolta del prodotto finito e la sua esportazione.

Ma erano anche presenti a Cannaregio delle fornaci per alcune fasi di lavorazione delle perle di "conteria" a canna tirata, come l'arrotondamento degli spezzoni di canna a caldo per la finitura delle minuscole perline. Infatti tra le perle emerse dal giiardino, soprattutto della tipologia a mosaico millefiori, comunemente definita Africa, per la destinazione principale del prodotto, sono state ritrovate anche perle e spezzoni canne a "rosetta" che probabilmente venivano molate nei pressi. A ribadire che quando si parla di perle di vetro a Venezia , la definizione "veneziane" è più che appropriata, perchè abbraccia tutto il territorio lagunare in cui si svolgeva e si svolge, dentro e fuori l'isola di Murano, includendo oggi anche l'immediata Terraferma.

Salvatore Sito e la Dott.ssa Chiara Squarcina, Dirigente Aerea Musei, MUVE, che ringraziamo per la collaborativa presenza.

Maria Clemente Zaghini, co autrice del libro, con alcune delle perle ritrovate di vetro nel suo giardino veneziano

"Poesie Calde" il laboratorio della Ditta Suv di Salvatore e Antonella Sito

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